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Mosto – Birra & Distillati: l’essenza del pub di razza… in pochi metri quadri.

Mosto _ Stazioni di Birra _ archivio 2018

 

Locale zeppo di gente. Tutti in piedi e occhi puntati sui maxischermi. Il Napoli a Udine è avanti di un gol, ma non riesce a chiudere la partita. Al 37′ del secondo tempo… l’urlo liberatorio al raddoppio di Mertens. Saranno tre, prima del triplice fischio.

La tensione si stempera e ritorna il colorito anche sul volto del publican. «Qui il calcio è una cosa seria. Se il Napoli vince, la gente dimentica i problemi e prova a sognare. Ma se malauguratamente dovesse arrivare una sconfitta, le strade si svuotano e la serata è compromessa» spiega Fabrizio.

Il quartiere Chiaia – a ridosso del lungomare – è uno dei salotti buoni di questa città. Di giorno zona di shopping; la sera è di moda “andare ai baretti” (come si dice da queste parti). Il Mosto – Birra & Distillati non è un baretto… e neppure un craft beer bar, nonostante le dimensioni ridotte. È qualcosa di più. Ha molto di più. L’essenza del pub di razza, racchiusa in pochi metri quadri.

Di questo posto se ne parla bene già da diverso tempo. Poco più di un anno fa fece notizia l’iniziativa “portaci una Tennent’s, svuotala nel lavandino… e ti offriremo una nostra birra”. Un modo piuttosto sorprendente per fare avvicinare i giovani napoletani al mondo delle artigianali… senza dubbio in ascesa, ma pur sempre di nicchia.

«Ho vissuto a Milano per circa due anni. La fidanzata di allora mi portò a bere al Birrificio Lambrate… e fu così che iniziai a coltivare questa passione. Ho anche gestito un albergo di famiglia a Diamante, in Calabria. Si vendette nel 2015… e il 6 luglio dello stesso anno inaugurammo il Mosto. Nei primi mesi ci appoggiammo a un distributore, finché non decidemmo di riscattare l’impianto» prosegue il publican.

Accanto a Fabrizio Ferretti, la compagna Noemi Criscuolo… la cui prima esperienza lavorativa dietro al banco di un bar risale a ben 13 anni fa, chissà se maggiorenne. Una persona squisita, che sentiamo subito amica. Il locale è ancora “cristallizzato” per la partita in bilico… e Noemi ci viene in soccorso, portandoci in strada una Gaiola – Pilsner di PBN – per giunta accompagnata da una pizza “a portafoglio”, tradizione culinaria dello street food partenopeo.

«Abbiamo la fortuna di trovarci di fronte allo storico ristorante-pizzeria Umberto, da cui andiamo a prendere le loro favolose pizze ‘a portafoglio’ – piegate in quattro e servite appena sfornate in un cartoccio – o la classica pizza fritta. Bontà e praticità. Ottime soluzioni anche per i clienti del nostro locale» ci dice Noemi.

Quello che sorprende del Mosto sono proprio… le “soluzioni”. La capacità di fare tanto e bene in un ambiente così piccolo. Originalità nello stile e nei dettagli… come il pannello elettronico luminoso, con i continui aggiornamenti sulla rotazione delle birre alla spina; o il touch screen jukebox per far selezionare ai clienti la musica da ascoltare. Piano, chitarra e strumenti a fiato… per chi volesse finanche improvvisare dal vivo (!).

L’impianto mescita conta 10 spine (di cui una a carboazoto) più una pompa inglese, con supporto di cella frigo a temperatura costante… ben tenuta e a vista. La selezione in bottiglia si attesta sulla cinquantina di referenze, con adeguata copertura di stili.

Il bancone fa pub. Il bancone è il pub… e quello del Mosto vive in piena simbiosi con la strada, per necessità e per scelta. Birre artigianali locali, nazionali e internazionali. Cocktail e distillati di qualità… a partire da Gin Tonic fatti a regola d’arte e una ragguardevole selezione di Whisky. Capitolo a parte meritano le birre del Piccolo Birrificio Napoletano… nato nel marzo 2017 su iniziativa dei titolari del Mosto, con il coinvolgimento del birraio Ferdinando Lonardo, del birrificio StiMalti di Carinola (Caserta).

«Volevamo delle birre a marchio Mosto, ma poi ci siamo spinti anche oltre. Con Ferdinando abbiamo stima reciproca e identità di vedute… e così è partito il progetto PBN, puntando su prodotti mai estremi – o per così dire, ‘di facile bevuta’ – tali da avvicinare a questo mondo quanta più gente possibile» ci dice Fabrizio.

«Al momento abbiamo una Pilsner chiamata Gaiola… e poi una Tripel (Munacello), una IPA (Capuzzella) e una Dubbel (Dracula). Ferdinando ovviamente è il birraio… e si produce nel suo birrificio. Noi spilliamo e distribuiamo qualcosa agli amici di Napoli e dintorni. Della società fanno anche parte Danilo Girasole (Comunicazione) e Luigi Marone (Amministrazione)».

Beviamo PBN (Pilsner, IPA e Tripel)… e ci piace. La pizza fritta di Umberto (ricotta, fiordilatte, pomodori San Marzano, salame di tipo Napoli e pepe nero) è quanto di meglio si possa chiedere per inframezzare la bevuta. Arriveranno anche un “rinfrescante” Gin Tonic (American Gin Aviation e tonica Goldberg) e due dita di Laphroaig An Cuan Mòr (Single Malt Whisky delle isole Islay), per chiudere con delizioso cioccolato di Modica e due fettine di arancia caramellata.

Questo locale si fa volere bene e ha un cuore grande. È il cuore dei padroni di casa e di un team di collaboratori coeso e competente. Perché l’essenza di un pub non si giudica dai metri quadri. Bisogna saperci fare… con le birre e con la gente. E hai detto niente!

[siba: best indi!]

https://www.stazionidibirra.it/listing/mosto-birra-distillati/

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