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Guru Pub: maschere e birre… contro i cattivi spiriti.

Guru Pub /chiuso nel 2021/ _ Stazioni di Birra _ archivio 2016

Leo (Leonardo), il fratello Mauri (Maurizio) e il cugino Diego. Troppo giovani per essere dei “guru”… ma con le idee chiare su almeno un argomento: la birra.

Non c’è allora da meravigliarsi se a Milano il loro Guru Pub (start 2014) abbia già destato un certo interesse… pur ignorando del tutto i birrifici italiani. 

Leo e soci parlano di una scelta di campo, partendo da una smisurata passione per le “luppolate d’Oltreoceano” (IPA e affini). Spingendoci fino al 53 di Via Lodovico Il Moro (oltre il civico dello storico Woodstock)… ce lo spiegheranno direttamente loro.

«Punto primo: chi si diletta con l’homebrewing… nel mondo della birra ci entra sempre col piede giusto. Punto secondo: con il lavoro che di questi tempi latita… provare a realizzare i propri sogni è forse ancor più lecito. Punto terzo: quando una passione diventa il tuo mestiere… vuoi sempre il top, col rischio di far lievitare le spese. Prova ne sia la costosa cella di stoccaggio e refrigerazione che abbiamo installato nel seminterrato» ci dice Leonardo.

Tutte considerazioni condivisibili… come condivisibile è la scelta di spillare a carboazoto, data la distanza e il dislivello tra i fusti giù in cantina e le spine al piano terra. L’azoto è infatti un gas inerte… e nel “trasporto” non va a saturare le birre. Il rovescio della medaglia è che alcune tipologie di birra potrebbero perdere un po’ di brio.

Sulle diciotto vie del Guru le proposte cambiano rapidamente, eccezion fatta per la “crafty” Blue Moon che è fissa… ed è forse l’unico “inciampo mainstream” della tap-list di questo locale (qualcosa all’importatore la dovevano pur concedere).

«Che senso ha parlare di birre italiane, se poi le materie prime si comprano dall’estero? Tanto vale comprare direttamente le birre… sempre se trovi i partner giusti. Noi abbiamo una particolare predilezione per alcuni prodotti di birrifici americani… standocene il più possibile alla larga dalle multinazionali» prosegue Leo.

Per la nostra bevuta di oggi decidono i padroni di casa, con un bel tris di assaggi della californiana Black Diamond Brewing: 1. la Session IPA, MOESaic; 2. l’IPA, Jagged Edge; 3. l’American Strong Ale, Fracas... in un progressivo “salir di tono” (corpo e alcol), bilanciando la parte maltata alle unità IBU.

Locale con una cinquantina di coperti, suddivisi tra l’ambiente principale e due salette adiacenti. Ottimi toast per “asciugare”… ma soprattutto tante maschere appese, souvenir che i padroni di casa sono soliti portarsi da Paesi lontani (Thailandia, Laos, Birmania ecc.).

Pare proteggano dai cattivi spiriti… e magari pure dalle multinazionali del beverage 😉

[siba: best indi!]

https://www.stazionidibirra.it/listing/yankee-pub/

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