
Basilicata… patria del nibbio reale: uccello rapace piuttosto raro e sempre più vulnerabile. Circa il 50% delle coppie di questa specie, nidificanti in Italia, è concentrato per l’appunto in Lucania. Il nome scientifico è Milvus milvus… e ce n’è uno in particolare, che di recente ha spiccato il volo. Non propriamente un uccello… ma il suo slogan è comunque #borntofly (nato per volare). Parliamo di Milvus Brewery: birrificio artigianale con tap-room. Vito Samela e Lina Lucia aprono al pubblico di venerdì 17, in un anno bisestile e pandemico (!). Un inizio con svariati imprevisti… e qualcuno direbbe che se la sono cercata 😊 Quel 17 luglio, però, il grosso degli “intoppi” era già alle spalle. «Pensavamo di partire un po’ prima, ma un problema di messa a norma degli scarichi della struttura ci ha bloccato per quasi un anno. A fine febbraio 2020 abbiamo finalmente avuto l’ok dall’Agenzia delle Dogane… giusto il tempo di realizzare che l’Italia era in lockdown. La prima cotta in birrificio è slittata al 20 maggio… e il 17 luglio abbiamo inaugurato la tap-room». A parlare è Lina, mentre Vito ci spilla una Blue Tit Pale Ale, di facile beva e finemente fruttata. È la nostra “prima” al Milvus Brewery di Sarnelli, frazione di Avigliano (12 Km.)… in una location un po’ fuori mano, ma senza dubbio convincente. E in meno di mezz’ora sei comunque a Potenza. «Tutto è iniziato nel 2016, con le prime cotte di birra fatta in casa… e un corso breve Unionbirrai, organizzato dagli amici del Birrificio del Vulture» ci dice Vito. «Nel 2017 ho preso la qualifica di birraio artigiano a Padova, maturando con Lina la consapevolezza che era il momento di provarci seriamente». E per provarci “seriamente” bisognava pensare al birrificio. «Non avevamo le risorse per farlo, ma abbiamo trovato il consulente in grado di seguirci in questo percorso… partecipando (con successo) a un bando di gara su piattaforma Invitalia. Quando non hai modo di affrontare personalmente alcune problematiche, ti devi rivolgere a chi ne ha le competenze… ma a chi le ha veramente. Non è così facile… però ci è andata bene». Anche a noi stasera è andata bene… perché i padroni di casa sono persone alla mano, simpatiche e ospitali; perché le loro birre confermano l’interesse già riscosso nell'”ambiente”; perché questo posto “in mezzo al nulla” sa un po’ di fiaba… anche per quelle casette-nido appese all’esterno, a disposizione degli uccelli selvatici. Perché Milvus ha un feeling particolare con tutto ciò che è Natura… e la passione di Lina per l’ornitologia è tale da essere parte integrante di questo progetto. «Sono laureata in Scienze Biologiche, nello specifico Biologia della Conservazione… e ciò in qualche modo ha influito su alcune nostre scelte. Il nibbio reale (Milvus milvus) è un rapace che identifica fortemente il nostro territorio… ecco il perché di Milvus Brewery. Anche le nostre birre hanno tutte nomi di specie di uccelli… e per la realizzazione grafica delle etichette siamo riusciti a coinvolgere un noto artista inglese, pure lui appassionato ornitologo». Lina ci mostra l’Atlas of Amazing Birds di Matt Sewell… con illustrazioni divertenti e colorate (acquerelli) – ma anche particolareggiate – da cui ha tratto ispirazione. Poi andiamo a dare un’occhiata al birrificio… con sala cottura monoblocco da 5 hl. e quattro fermentatori, per un totale cantina da 35. Il birraio ci avvisa in anticipo di un disordine che francamente non vediamo… e questo la dice lunga sulla sua meticolosità. Meticolosità e sobrietà che ritroviamo nelle sue birre, che anziché “aggiungere”, provano a “togliere”… cercando l’essenza di ogni stile. Birre di gran bevibilità e ben interpretate, con gradita scelta di alcune categorie stilistiche di stampo anglosassone (Pale Ale, Ordinary Bitter, British Strong Ale, Irish Stout). L’idea, inoltre, di promuovere un HB Contest dedicato appunto agli homebrewer, è una valida iniziativa che rimarca il legame più genuino con questo mondo, fatto di passione, sperimentazione e condivisione. Continueremo a seguire con interesse Milvus Brewery e non vediamo l’ora di tornarci… perché a Sarnelli il nibbio reale è “born to fly”. [siba: best indi!]