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Mashroom – Roma San Paolo: cosa bolle in pentola, in Via Pietro Giordani 19.

Mashroom _ Stazioni di Birra _ archivio 2022

Mash, mashing: mosto, ammostamento. È uno dei passaggi fondamentali nel processo di produzione della birra… che permette di estrarre gli amidi dal malto, per convertirli in zuccheri più semplici (maltosio, maltodestrine). È la magia del malto d’orzo (o mix di cereali)… che in acqua calda diventa mash.

Che sia il metodo a infusione multi-rest (multi step, a determinate temperature) o altro… per capire oggi cosa “bolle in pentola” bisogna però andare oltre. Siamo a Roma Sud, nel quartiere San Paolo… in Via Pietro Giordani 19.

Apre lo scorso 7 dicembre e si chiama Mashroom… che tradotto alla lettera dall’inglese, significa “stanza del mosto”. La brew-house – visibile da una vetrata all’ingresso – è un compatto Spadoni elettrico, a due tini: il primo per ammostamento e filtrazione; il secondo per ebollizione e whirlpool. 300 litri a cotta. Fermentatore accanto…

È la formula del brew-pub… anzi, meglio, “birreria con cucina e laboratorio di produzione di birra artigianale e altri fermentati”, come scrivono loro stessi sui social. Dove quel “loro stessi” sta per Giordano, Marco e Matteo.

Passione, studio, viaggi, gavetta… e quel pizzico di sana follia, alla base di qualunque sfida. L’incontro casuale dei primi due, a Vancouver (!). Poi il coinvolgimento di Matteo, per un pub con cucina altrettanto all’altezza.

«È un progetto nato tre anni fa, alla vigilia della pandemia… ma la storia è partita un po’ prima». Ecco Giordano al banco; poi ci raggiunge Marco. Il primo di Albano Laziale, il secondo di Spinaceto (periferia sud di Roma, al di là del GRA)… entrambi con la passione per birre artigianali e homebrewing.

«Io dei ‘Castelli’, Marco non molto distante… ma ci siamo conosciuti a Vancouver, partecipando al Master Brewer Management, grazie a un bando della Regione Lazio» ci dice Giordano. «Era l’occasione giusta per provare a fare sul serio, anche se in quel momento non riuscivo a vedere molto più in là. Tre mesi di teoria in aula e project work, per l’appunto in Canada. Quindi il rientro in Italia, con il tirocinio nel birrificio romano di ECB. A quel punto… è maturata l’idea».

A organizzare l’MBM (Management delle Tecniche e Tecnologie della Produzione Birraria) è il Consorzio Agroalimentare di Filiera Corta e dei Mercati Agricoli / APS Km0, patrocinato dalla Camera di Commercio Italiana in Canada, l’Orto Botanico dell’Università di Roma Tor Vergata ecc. ecc. … per lo sviluppo di standard professionali nell’ambito delle tecniche e tecnologie del “brewing” ecc. ecc. … con copertura totale dei costi, in presenza di determinati requisiti (età, studi ecc.). Un’allettante rampa di lancio per giovani appassionati del settore…

«Ne venni a conoscenza per caso e capii subito che era un’occasione da non perdere» prosegue Marco. «Ma dovevo prima chiudere con la triennale di Ingegneria Informatica, facendo gli ultimi esami… e così è stato. La passione per la birra mi ha portato a rischiare… ma una laurea è sempre una laurea».

Tra una chiacchiera e l’altra, ci “portiamo avanti” con un paio di buone birre (Keller “della casa” e Ponders End, Pale Ale di Hilltop)… seguite da stratosferiche bruschette con burro affumicato, alici del cantabrico e saba (mosto cotto – riduzione) di birra e frutti rossi. Opportuno anche l’abbinamento con una interessante sour a fermentazione spontanea, del beer firmer Gianluca Ciattaglia (ex Buskers; oggi Hop & Oak) – incontrato casualmente al banco – che oltre a varie collab-brew in giro per l’Italia, affina alcune sue creazioni in una piccola bottaia.

Nel frattempo Giordano e Marco son tornati alle spine… su impianto a 8 vie più una pompa, con molte referenze di birrifici della zona (a partire dalle birre di Eternal City Brewing, “business angel” di questo progetto)… e una bottiglieria decisamente notevole. C’è anche un sidro alla spina… e non manca una selezione di vini naturali. La Keller der fomento è al momento l’unica birra a marchio Mashroom… fatta peraltro presso ECB, in attesa della prima cotta qui al pub, prevista per febbraio.

A Roma la formula del brew-pub è una novità quasi assoluta… e il Mashroom ha tutte le carte in regola per essere uno dei locali birrari rivelazione del 2023. L’originale street-food “etnico” (Anticuchos, Gyūtan, Yakitori, Kebab… e non solo) è senza dubbio un plus importante… ma un pub è veramente tale, se e solo se vince la sfida ultima: diventare “casa”. Allora in bocca al lupo…

P.S. Brindisi finale con boccia di Secondo Noi di Siemàn (Villaga – VI)… giusto per non farsi mancare niente 🙂

[siba: best indi!]

https://www.stazionidibirra.it/listing/mashroom/

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