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La Belle Alliance – Milano: Craft Beer Blast… con 17 anni di #gentealbanco.

La Belle Alliance _ Stazioni di Birra _ archivio 2019

 

Gente al banco. Cos’è un pub se non… gente al banco? Tutto il resto viene dopo. Tutto il resto avviene… attraverso.

L’Italia, però, non è “terra di Albione”. La filosofia banco-centrica dei pub d’Oltremanica non fa parte del nostro DNA. È stata assimilata nel tempo…

Sul finire degli anni 80 abbiamo iniziato a importare un’insegna (pub), come alternativa ai più classici format della nostra ristorazione (osteria, pizzeria, ristorante). Una nuova idea di business, con l’indispensabile regia dei grandi distributori del beverage. Parecchia approssimazione… ma è stato comunque un inizio.

Tra i pionieri di allora c’è poi chi ha deciso di “fare sul serio”… di “fare da sé”. Ha viaggiato. Ha scoperto realtà e tradizioni. Ha acquisito esperienza e consapevolezza. Al resto ci ha pensato la così detta Craft Beer Revolution

La Belle Alliance di Ivano Falzone apre i battenti il 26 maggio 2002, a Milano in Largo Mahler (lì dove Corso San Gottardo diventa Via Meda). Un pub nella sua accezione più classica (arredi, atmosfera, “usi e costumi”). Un pub di… gente al banco. #gentealbanco è il suo slogan; il suo aggregatore tematico; il suo principio ispiratore.

«Se parliamo di ispirazione, beh… non mi è venuta in Italia. Ho avuto la fortuna di viaggiare molto… vivendo per un certo periodo anche in Inghilterra, a Nottingham. E fu proprio in quel contesto che mi resi conto della reale valenza sociale di un pub e del suo bancone» ci dice Ivano.

«L’azienda per cui lavoravo (Games Workshop) aveva al suo interno un vero e proprio pub (a memoria… un pub della Castle Rock Brewery), che faceva da mensa e locale serale per i suoi dipendenti. Ci potevi trovare un po’ tutti, anche l’amministratore delegato… bere gomito a gomito con l’ultimo arrivato. Quel posto era un facilitatore di relazioni. Un livellatore sociale. Mai visto niente di più democratico del bancone di un pub».

La vita riserva spesso sorprese… e pochi anni dopo Ivano Falzone si ritrova di nuovo al bancone, ma nelle vesti di publican. È il titolare de La Belle Alliance. Nome che riporta indietro nel tempo, alla battaglia di Waterloo… inizialmente denominata dai francesi battaglia di Mont Saint-Jean e dai prussiani battaglia di Belle-Alliance.

«Ho sempre avuto un particolare interesse per la storia napoleonica… e quel nome faceva al caso nostro. Una sorta di ‘belle alliance’ tra me e i soci di allora… ma anche l’auspicio a una collaborazione tra quegli operatori del settore (birrai e publican) che vent’anni fa cercavano di creare qualcosa di nuovo attorno alla birra».

L’avvio è con 5 spine del distributore Heineken. Nel 2007 viene rifatto l’impianto, che diventa di proprietà. Cella refrigerata al piano superiore. Spillatura a CO2 o carboazoto. Aumenta il numero delle spine. Cresce la qualità…

«Parliamo di un periodo molto diverso da quello attuale. Tutto era all’inizio. Tutto era da scoprire; da andarsi a cercare… o addirittura da inventare. Ricordo la XX Bitter di De Ranke. Le novità di BrewDog. Tra le prime ‘italiane’ alle spine, mi viene in mente la TripleXXX di Croce di Malto».

I tempi cambiano. Vigilia del “Craft Beer Bang”. Ivano ha fatto la sua gavetta e le sue scelte… e nel 2010 prende per intero il timone del pub.

«Qui una volta c’era il McDonald’s. Poi siamo arrivati noi con La Belle Alliance: un pub indipendente, al posto del più grande ristoratore di massa del mondo. L”industria’ è comunque rimasta presente alle nostre spine fino al 2016… quando staccammo anche la Pilsner Urquell. Avevamo lavorato bene. Eravamo nelle condizioni di farlo. Ma è una scelta che mi sento di sconsigliare a chiunque non abbia ‘spalle larghe’ e idee chiare».

Le “spalle larghe” de La Belle Alliance stanno innanzitutto nelle 27 spine e 2 pompe inglesi attualmente presenti sull’impianto mescita (!). Alcune proposte si ripetono a inizio e fine bancone… con la presenza costante di alcuni birrifici, così come quella di alcune loro birre (ad esempio, Vudù e Nigredo di Birrificio Italiano).

Birra. Tanta birra. Birra e whisky. Una scelta di campo. Una scelta ortodossa… che solo in questi ultimi giorni sta aprendo a qualche altra bevanda italiana, prodotta su piccola scala.

La birra si prende al banco. Il cibo viene servito al tavolo, sempre dopo aver fatto l’ordine al bancone. Cucina da pub-grab (top – fra l’altro – le varie proposte di patate e salse fatte in casa). Musica di sottofondo. Calcio, rugby ecc. sui maxischermi dislocati nei vari ambienti. Qualche seduta anche fuori… particolarmente utile nella bella stagione.

«A Milano stanno aprendo parecchi locali di birra artigianale… e non l’ho mai vista come una cosa negativa per chi c’è già. L’importante è lavorare bene; facendo cultura birraria; valorizzando i prodotti di qualità… col fine ultimo di aumentare la passione e la quota complessiva di questo mercato. Non puoi avere timore della concorrenza perché magari c’è un pub troppo vicino al tuo, che magari ha pure attaccato la stessa birra alla spina: vuol dire che non credi nella tua faccia e nelle tue capacità. Più che cercare a tutti i costi delle novità da proporre… conta il ‘fine ultimo’; il messaggio chiaro; l’affidabilità dei partner; la rete di relazioni… proprio come una ‘belle alliance’. Ho sempre provato a ragionare in termini di ‘sistema’, ma molto… proprio non ci arrivano».

Da evitare, dunque, “guerre intestine”. Ivano prova a mettere in guardia… rilanciando con nuovi locali in città (Tap Milano e Osteria Pinte Romane), assieme a nuovi soci. Intanto, il prossimo maggio La Belle Alliance compirà 17 anni di vita… e di gente al banco. Tutto il resto viene dopo. Tutto il resto avviene… attraverso.

[siba: best indi!]

La Belle Alliance: dalla Battaglia di Waterloo… a quella per la buona birra. (stazionidibirra.it)

https://www.stazionidibirra.it/listing/la-belle-alliance/

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