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Lucky Brews: la birra col quadrifoglio è in Via Vecchia Ferriera, a Vicenza.

Lucky Brews _ Stazioni di Birra 2021 /f

Il quadrifoglio: foglia “anomala” piuttosto rara, composta da quattro foglioline… una in più rispetto al più comune trifoglio. I Druidi credevano che allontanasse gli spiriti maligni. Gli antichi Egizi lo associavano a Iside, dea della magia. I Celti ritenevano che ognuna delle sue quattro foglie celasse un significato: abbondanza, salute, amore, rispetto. Una piccola pianta, considerata da secoli un portafortuna. Sarà vero?

Vero è che da quando a Vicenza è arrivato Lucky Brews, il quadrifoglio ha portato innanzitutto… birra. Tanta birra. Birre artigianali… e magari anche fortuna.

È di qualche tempo fa la nostra sosta in Via Vecchia Ferriera – periferia ovest della città del Palladio – nella nuova Lucky Tap accanto al birrificio… riuscendo pure a scambiare due chiacchiere col birraio e padrone di casa. Partiamo dal quadrifoglio o dalla birra?

«La birra l’ho iniziata a fare nel ‘solito’ garage, con gli amici, a partire dal 2004 o giù di lì. Poi, nel 2012, la nascita di Lucky Brews come beer firm, appoggiandoci all’impianto del vicino Birrone. Nel dicembre 2016 abbiamo quindi aperto qui in Via Vecchia Ferriera, con la formula del brewpub. Lucky Tap è stata invece inaugurata a fine giugno 2020, accanto al birrificio… e in qualche modo ha segnato l’inizio di un nuovo ciclo». E il quadrifoglio?

«Il quadrifoglio è da sempre il nostro logo, così come la fortuna è il tema del nostro slogan: ‘Make Your Own Luck’ (fai la tua fortuna)… sta a significare che la fortuna è importante, ma te la devi andare a cercare. Sulle etichette delle nostre bottiglie abbiamo scritto per anni ‘contiene lo 0,01% di fortuna’. Sembra poco, ma è comunque di buon auspicio».

Samuele Gallico quello 0,01% di fortuna l’ha messo realmente in ogni cotta di birra che faceva… aggiungendo un quadrifoglio ad ogni fase di ammostamento. Poi però dalla ASL gli hanno detto che era “fuori legge”, perché quella piantina non era coltivata e quindi non aveva tracciabilità (!)… e allora ha dovuto desistere.

«La burocrazia è una brutta bestia, ma ci stiamo facendo l’abitudine… perché più un progetto diventa grande e meno si può lasciare spazio all’improvvisazione. L’ho capito nel tempo, cogliendo anche l’importanza del lavoro di squadra. Ognuno di noi ha il suo background, con le sue competenze e responsabilità… e questo aiuta a semplificare e pianificare».

Samuele è il fondatore e birraio. Davide (Crudo) è il commerciale. Massimo (Acco) si occupa di pianificazione e amministrazione. Sono i tre soci del Lucky Brews, che in questi anni hanno alzato sempre più l’asticella e la portata del progetto… e il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Nuovo impianto di produzione da 20 hl. Ampliamento degli spazi riservati a cantina e bottaia, per poter lavorare al meglio con maturazioni e sperimentazioni. Laboratorio microbiologico interno, per monitorare più da vicino qualità e stabilità dei lotti di produzione. Passaggio al più versatile contenitore lattina, con interessante restyling grafico delle etichette. Nuova tap-room di grandi potenzialità e rara bellezza, accorpando e ristrutturando uno stabile di stampo industriale di fine Ottocento, accanto al birrificio. Finanche l’idea (in Italia una novità quasi assoluta) di un Lucky Bistrot che apre alle 7:00 con colazioni e lievitati autoprodotti, per proseguire fino al primo pomeriggio con i pranzi.

Su tutto, ovviamente… le birre. Le birre di Samuele (recentemente affiancato dall’ex Birra Antoniana, Leonardo Formentin)… di cui abbiamo bevuto e apprezzato le “year round” Franz (Bavarian Helles) e Gonzo (Session IPA); la “one shot” Session Fruit (Fruit Beer con frutto della passione) e la “seasonal” Nuts (Brown Porter). Quattro delle 14 birre che scorrono in tap-room da altrettanti rubinetti incassati a muro… a tener botta a un immenso bancone nel mega open space da 400 mq., tra il beer garden sul retro e il piazzale davanti all’ingresso.

A ciò si aggiunga un’attrezzata cucina-pub (testata con delle ottime e abbondanti bruschette a base di pane “ciabatta”); gli appuntamenti con musica dal vivo, stand-up comedy… e chissà cos’altro.

Dobbiamo proprio ammetterlo… questo progetto e questa location ci hanno veramente impressionato. Eppure di posti dove “si fanno e si bevono birre”, in giro per l’Italia (e non solo), ne abbiamo visti parecchi. La colpo di… fortuna.

[siba: best indi!]

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