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Ottavonano – Bere Birra: il Nano disincantato di Atripalda.

Ottavonano /cambio gestione 2021/ _ Stazioni di Birra _ archivio 2017

“Enthusiastic young owner Yuri stocks a large selection of Belgian specialities”. Per parlare dell’Ottavonano di Atripalda si potrebbe partire da questa menzione, fatta a suo tempo dal “venerabile” e compianto beer hunter statunitense Michael Jackson, nel suo Great Beers of Belgium. Si potrebbe anche partire dallo Zwanze Day di Cantillon… evento che lo storico pub irpino ha da anni il privilegio di ospitare, assieme ad altri pochi “eletti” sparsi per il mondo.

Si potrebbe partire e allora partiamo… con questo nano arrivato ottavo (Ottavonano), dunque escluso dalla fiaba. Mammolo, Brontolo, Eolo, Pisolo, Dotto, Gongolo, Cucciolo…. sarà Luppolo?

Il “manifesto” del locale parla di un nano disincantato, che preferisce la cattiva ma coerente Strega a una falsa e arrivista Biancaneve… che scarica i nani per le agiatezze che può offrirle il Principe. O potrebbe anche solo trattarsi di un caso: un nome che ti suggerisce un’amica, poco prima di aprire un locale che doveva chiamarsi Grisù! Parola di Yuri…

Yuri Di Rito apre l’Ottavonano nel 1998, in un contesto ovviamente del tutto differente da quello attuale. «La mia è stata in primo luogo una passione per il pub, in quanto luogo di ritrovo, socializzazione e ristorazione» ci dice Yuri.

«Per ciò che riguarda le birre, dopo un iniziale periodo di rodaggio cercai di individuare degli importatori che potessero garantire maggiore scelta (cosa affatto scontata in quegli anni), a partire da Paesi con una tradizione brassicola consolidata, come il Belgio. Ma se dovessi pensare a un momento di svolta per questo locale, direi innanzitutto il Campania Beer Tasting del 2003, con un evento-degustazione presentato da Kuaska proprio qui da noi. Poi nel 2006 è entrato in società Gianluca, con il suo background di esperienze e conoscenze… e il pub ha fatto un ulteriore e significativo passo in avanti».

Gianluca Polini è un veterano del “Movimento”, con un’innata passione per le birre… come dimostrato anche da una serie di simpaticissimi aneddoti che riguardano i suoi “inizi”, appena adolescente, una ventina d’anni fa.

«Mi facevo accompagnare all’Easy Rider di Salerno da alcuni amici che già guidavano la macchina. Loro giravano per la città… e io nel frattempo bevevo la mia Guinness. Si diceva che questo irish pub avesse una collaborazione diretta con lo storico birrificio di Dublino e che dunque la birra fosse ancora più buona» ci dice Gianluca.

«A 18 anni iniziai a lavorare in uno dei primissimi pub del salernitano… e con qualche soldo messo da parte andai a comprare, alla Mondadori di Salerno, The World Guide To Beer del maestro Michael Jackson, di cui avevo già la versione tascabile che portavo sempre con me, nella mia Vespa PX 125, con un paio di bicchieri nel cruscotto!». 

Piccole-grandi storie che rendono bene l’idea… ma intanto il locale si riempie e per Gianluca e Yuri ha inizio una serata da tutto esaurito. Ci sarà chi dovrà aspettare prima di sedersi. Famiglie con prole al seguito, ma anche parecchi beer geek… perché stasera è Zwanze Day.

Alle 21 in punto si andrà a mescere… lo “scherzo” (zwanze in fiammingo significa scherzo): un Lambic (Gueuze) di consueto sperimentale, che quest’anno prevede l’aggiunta di tè cinese Oolong. Non mancano altre scelte alla spina, come Rosé De Gambrinus, Kriek, Nath, Lambic Unblended… con varie soluzioni e rarità anche in bottiglia. Diciamola tutta: per i prodotti di Brasserie Cantillon (Bruxelles – Anderlecht) è oramai isteria collettiva (parliamo sempre di beer geek)… anche oltre il lecito 🙂 

La cucina va in parallelo… e con ottimo tempismo. Ci limitiamo a delle bruschette (piaciuta particolarmente la friarielli e bufala) e uno squisito semifreddo al pistacchio… ma il menu ha veramente un gran potenziale, con proposte che intendono valorizzare sia i prodotti del territorio che gli artigiani della gastronomia campana (come ad esempio i pomodori San Marzano di Casa Marrazzo, di Pagani – Salerno – o le carni del Salumificio Tornillo, di Calitri – Avellino). Particolare attenzione anche per “panini gourmet”, tortini di riso venere e zuppe… 

Il locale ha appena avuto un importante restyling, ancora in corso d’opera. Particolarmente significativa la vetrina (realizzata su misura) di birre vintage all’ingresso, tenuta a temperatura di 11°C… con alcune bottiglie veramente interessanti (Trappiste, d’Abbazia, Oud Bruin, Lambic, Barley Wine, Imperial Stout), tra cui l’impressionante “verticale” di Thomas Hardy’s dal 1968 al 2008 (!).

Ci sarà a breve anche il rifacimento del banco mescita, al momento con 10 spine… di cui circa metà dedicate a birrifici campani, come Il Chiostro di Nocera Inferiore – SA (consolidata collaborazione con il birrificio di Simone Della Porta); Borrillo di Molinara – BN (ricordiamo un’eccezionale Imperial Russian Stout bevuta la volta scorsa); la beer firm Acrobat di San Michele di Serino – AV.

Dunque tutto perfetto? No. La perfezione non è di questo mondo e neppure ci interessa. Però qualche accortezza in più si potrebbe avere… e ci riferiamo in particolare a un paio di scelte alla spina non troppo felici, soprattutto perché oggi si festeggia lo Zwanze Day di Cantillion… “birrificio” artigianale e indipendente per eccellenza.

Da un’istituzione come Ottavonano Bere Birra e da padroni di casa competenti e appassionati, come Yuri e Gianluca, ci aspettiamo sempre il massimo. E lo diciamo nella maniera più pacata, amichevole e costruttiva possibile.

[siba: best indi!]

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