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Nomentano – Viale Ippocrate: i 5 anni “On Tap”… del Draft di Roma.

Draft /cambio gestione 2019/ _ Stazioni di Birra _ archivio 2018

 

Nome di battesimo, Draft Tap Bar. L’inaugurazione è dell’8 luglio 2013. La location in Viale Ippocrate 64, zona Università La Sapienza. Cinque anni “on tap”, “on draught”, “on draft”… che dir si voglia. Cinque anni (e mezzo) di birre artigianali alla spina, con interessante sconfinamento nel mondo dei cocktail. Altre scelte di partenza muteranno nel tempo…

È il Draft di Flavio Favette. Cappellino; barbetta di ordinanza… e almeno due grandi passioni: le birre artigianali e la Roma del pallone. Gli inizi con l’attività di famiglia, nel settore della ristorazione. Poi la collaborazione col funambolico patron di Brasserie 4:20 / Revelation Cat, Alex Liberati… ed è così che parte l’avventura.

«Ricordo una Frog IPA – o qualcosa del genere – bevuta in prossimità dello Stadio Olimpico. Fu in assoluto la prima birra ‘fuori dal coro’ che andai ad assaggiare. Dieci (e passa) anni fa a Roma si beveva già artigianale… e l’incontro con uno dei principali protagonisti di quella prima fase, fu per me decisivo» ci dice il publican.

Alex propone a Flavio di aprire insieme un locale… e ci mette molto del suo, a partire dalle birre (Revelation Cat). Gli interni “minimal-progressive”; la variegata e inusuale proposta di cocktail alla spina; un’avveniristica “borsa delle birre” (con prezzi che grazie a un software, variano in tempo reale a seconda di domanda e offerta); gli stessi “barattoli” di vetro in cui si beve (già utilizzati al 4:20)… sono pressappoco tutte idee di Alex. Ma l’intesa tra i due ben presto viene meno… e all’inizio dell’anno successivo, Flavio prosegue da solo.

Finita la breve parentesi Revelation Cat, il Draft Tap Bar riparte da birre di realtà emergenti, tanto locali quanto nazionali e internazionali. I cocktail – anche grazie al braccio destro Germano – rimangono un punto fermo della proposta al bancone. La carta food viene da menu di gastronomie della zona, con consegna sul posto.

Questa era più o meno la situazione che avevamo trovato nell’estate 2016. Oggi il percorso intrapreso sembra ancora più chiaro e condivisibile… a partire dall’utilizzo di prodotti in bottiglia per lo shakeraggio dei long-drink (rimossi i 15 rubinetti che ospitavano prima i cocktail, poi superalcolici e analcolici)… e dall’entrata in scena di una cucina interna, con preparazioni sia fredde che calde e un sistema di cottura sottovuoto a bassa temperatura (no canna fumaria).

Il locale è sostanzialmente quello degli inizi, con un discreto numero di sedute e senza particolari degni di nota. Più significativo il bancone, con i “rimanenti” 15 rubinetti incassati a muro e l’ampio angolo bottiglieria. Fusti di birra in stoccaggio/mescita gestiti in cantina, con utilizzo di un condizionatore per stabilizzarne il più possibile la temperatura. La “spinta” all’impianto spine del piano superiore viene da CO2 e aria compressa.

All’ingresso c’è una vetrofania che recita “Kitchen is open – da oggi vi cuciniamo”… e non chiediamo altro. Bere anche a pranzo qualche buona birra è ancora una rarità che interessa quasi esclusivamente grandi città o centri con particolare vocazione turistica.

La lavagna delle birre promette bene. Placata la “prima sete” con Blanche al fico d’India Figu Morisca (uno dei più apprezzati cavalli di battaglia del Birrificio di Cagliari), la curiosità si sposta su due collaborazioni fatte dal Draft con birrifici “molto amici”: San Bitter, Bitter Ale di Railroad Brewing (Seregno – MB)… e Super Slot, Imperial Stout di ECB (Roma). Nel frattempo è arrivato un panino con hamburger di manzo, pancetta, cheddar, pomodoro, misticanza, honey mustard… e delle ottime polpette al sugo (piatto piuttosto insolito per un pub), con contorto di cicoria ripassata.

A questo punto tocca a Germano… con la preparazione di un paio di cocktail alla birra fra i più gettonati del locale: 1. Beer Mule (che ovviamente fa il verso al Moscow Mule)… con vodka, “birra”, zenzero, lime, zucchero e cetriolo; 2. Drunk Hop… con rum, “birra”, lime e zucchero liquido. Mix rodati, con dosaggi convincenti e prodotti di qualità.

C’è una festa di laurea in corso e l’atmosfera è particolarmente goliardica. Noi “goliardici”, dopo tutti ‘sti assaggi, lo siamo da un pezzo… e scambiare due chiacchiere con il padrone di casa è stato un piacere.

«Questa è una zona universitaria e di movida, dove spesso ne succedono delle ‘belle’. Non siamo certo dei santi, ma per quanto le ordinanze comunali e le rappresaglie dei residenti non ci convincano gran che… sappiamo rispettare le regole. La prima regola del Draft è quella di far bere e mangiare bene. Poi basta che c’è un pallone che rotola… e noi lo famo vedè!».

[siba: best indi!]

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