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Al Foramoda di Padova… half pint – half man. 

Foramoda _ Stazioni di Birra _ archivio 2016

Se è vero – com’è vero – che il bicchiere di pinta non rientra nel sistema internazionale di unità di misura… è altrettanto vero che lo stesso fa ampiamente parte del sistema internazionale di “unità di bevuta”, nei pub di tutto il mondo 🙂

C’è la pinta imperiale o inglese, con capienza di 0,568 litri. C’è la pinta americana da 0,473. Circolano sempre più spesso bicchieri da 40 cl. che però pinte non sono (ma è comunque il bicchiere “grande” disponibile). Tra i formati più piccoli (33 – 25 cl.) c’è anche la così detta mezza pinta da 28 cl., seppur molti publican e bevitori “di razza” la ritengano… immorale 😉

“La birra piccola è immorale” è una boutade che leggiamo spesso, girando qua e là per locali birrari… ma è appunto un modo di sfottersi fra amici al pub, senza contare che un bicchiere “piccolo” non può che favorire più assaggi.

Tutto lecito, forse anche opportuno… ma vuoi mettere la soddisfazione d’avere fra le mani una pinta imperiale ricolma di birra, come tradizione (d’Oltremanica) comanda?

In Italia di pinte inglesi non se ne vedono poi tante (anche nel mondo della birra artigianale)… ma il messaggio canzonatorio rimane: “Half Pint, Half Man”. Vale a dire… se bevi una mezza pinta, sei una mezza cartuccia. Questo è il biglietto da visita del Foramoda di Padova…

Piccola ma “cazzutissima” birreria indipendente e artigianale, a due passi dal centro storico… al Foramoda di Nicolò ed Eleonora ci passammo per la prima volta l’estate scorsa, per ritornarci oggi con piacere.

Avevamo salutato i padroni di casa con un paio di dissetanti White Noise, American Wheat Ale di Mesh Brewing Co. (Santa Maria di Sala – VE)… riprendiamo ora il “discorso” con un’ortodossa Blackout, Irish Stout di Rurale (Desio – MB)… seguita dalle intense note agrumate ed erbacee di Sons of Shiva, Harvest Ale del Pontino di Latina (luppoli americani, Columbus e Chinook, coltivati da qualche anno nella pianura pontina).

Rinunciamo anche stavolta allo “spuntino”… anche se una piadina Melampo –  con crema di zucca, funghi e gorgonzola – forse era il caso di provarla… se non per fame, per gola.

Il Foramoda apre i battenti il 22 ottobre 2012, prendendo in eredità il “tubo” da 3 spine della precedente gestione, cui vengono aggiunte due magnifiche pompe Angram, incassate in una struttura di legno che evidenzia il bel logo “british” del locale. Birre in fusto e in bottiglia rigorosamente artigianali, gestite con passione e competenza dai titolari.

Ciò che tuttavia sembra essere il valore aggiunto di questo posto è lo spirito schietto con cui viene vissuto il locale. Partecipazione, coinvolgimento, convivium… una sorta di “snodo introspettivo” – e con birre sempre a rotazione – a disposizione di amici e avventori che passano con regolarità da queste parti.

È questa, in fondo, la vera missione (tra il conscio e l’inconscio) di un locale che vuole veramente comunicare qualcosa… ben oltre la “certificazione” indipendente – artigianale; ben oltre la qualità in sé di birre e quant’altro.

Qualcuno sul Web, a proposito del Foramoda ha scritto: “Uno di quei posti dove puoi andare anche da solo, tanto trovi tutto là”. Pensiamo non ci possa essere miglior complimento.

[siba: best indi!]

https://www.stazionidibirra.it/listing/foramoda/

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