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Birrifugio – Ostia: da un “vini e olii” che diventa pub… a un pub che diventa storia.

2017

 

Ostia, frazione litoranea di Roma Capitale. In Via Ferdinando Acton 18 c’è un locale che, tra vino e birra, ha oltre sessant’anni di mescita alle spalle. Tutto inizia nel 1956 con il “vini e olii” di Sor Enrico, che 28 anni più tardi (1984) decide però… che può bastare.

Al fidanzato della figlia viene allora in mente di svoltare a pub… e nasce il Birrifugio. Sono i primissimi “ammiccamenti italici” alle storiche public house d’Oltremanica… ma è nel 1993 che la birreria prende maggiore “consapevolezza”, con le circa ottanta etichette di birra in bottiglia selezionate dal nuovo gestore, Massimiliano Urbani.

Nel Birrifugio, Stefano Frasca ci entra per la prima volta da cliente… per poi passare “al di là del bancone” nel 2003, come dipendente. Due anni dopo gli viene proposto di rilevare il locale… e da qui in avanti, al 18 di Via Acton, il focus sulla birra diventerà una vera e propria mission.

Stefano trasferisce nel pub tutta la sua passione e competenza per la ristorazione e le birre. Ha già maturato una discreta esperienza tra sale, bar e cucine di ristoranti e alberghi della zona… sino ad arrivare un po’ più in là, tra Aberdeen e Londra.

Del resto, di lì a poco Roma diventerà l’epicentro dell’Italian Craft Beer Revolution… e nulla sarà più come prima. Il publican del Birrifugio si troverà allora nel posto giusto, al momento giusto, con le persone giuste… andando a bere al Le Bon Bock (zona Gianicolense) dell’amico Stefano Carlucci, in compagnia di Manuele Colonna del Ma Che Siete Venuti A Fà, Giorgio Chioffi del Mastro Titta… e altri “attivisti” della prima ora.

A dire il vero, un Birrifugio l’avevamo già visitato l’anno scorso dalle parti di Trastevere. È il secondo locale aperto (nel 2009) da Stefano Frasca, stavolta in società con Claudio Ragni ed Enrico Martarelli. E proprio Claudio ci aveva dato una prima infarinatura di questa storia, mettendoci anche davanti ai primi assaggi di birre Oxiana… birrificio aperto dai tre amici nel 2014 a Pomezia, assieme a Gianmarco Paronitti ed Erasmo Paone (rispettivamente impegnati, fra l’altro, nel settore food e auto) e sotto la “direzione artistica” del birraio Sirio Maccolini.

Intanto, da Fiumicino a Lido di Ostia avremo quasi sicuramente beccato l’ennesimo autovelox… e i nervi sono a fior di pelle: un paio di boccali di freschissima Pilsner di Mahr’s Brau sembrano dunque arrivare al momento giusto.

Il pub consta di due ambientini “compatti”, che riportano a uno stile più continentale che british. Gli alti schienali delle panche in legno separano nettamente fra loro i tavoli rettangolari. C’è uno strategico “disimpegno ad arco” che collega visivamente le due salette.

A dare il benvenuto, sotto il banco spine (impianto di proprietà dal 2009), un grande cartello di Biere d’Orval… col suo leggendario stemma della trota con l’anello in bocca. Non c’è spazio per sgabelli da piazzare a ridosso del banco mescita… sicché optiamo per il primo posto a sedere disponibile, in prossimità dei 10 rubinetti (di cui una hand pump).

Fra date, persone e aneddoti, è un piacere sentire tracciare dal publican la storia di questo locale… mentre la moglie Alessia mesce per noi un trittico di birre Oxiana che sorprendono in quanto a pulizia e concretezza: (1) Bernie (Blanche); (2) Epic (American IPA); (3) Velvet (Tripel)… con una menzione particolare per la Blanche, dove la digressione sull’epicarpo di limone (anziché la classica arancia amara prevista in ricetta) nobilita ulteriormente il bouquet olfattivo e ammorbidisce la bevuta.

La cucina, con la sua scelta infinita, è un altro fiore all’occhiello di questo posto… anche se, in base all’insana regola che “o si beve o si mangia”, ci fermiamo a delle bruschette con crema di carciofi, tartufo e salsa piccante. Qualcuno comunque avverte che stiamo perdendo un’occasione unica per apprezzare una stratosferica Amatriciana.

In un’atmosfera rilassata e familiare, il Birrifugio sembra esser proprio il rifugio ideale, a un chilometro dal lungomare. Ma che ce ne facciamo poi del mare… se non c’è un bir-rifugio? Certo che la spiaggia è spiaggia… però poi tutti da Stefano e Alessia, in un locale con sessant’anni di mescita alle spalle, che da “vini e olii” è diventato pub e da pub… storia.

Dopo la storia ci sarebbe la leggenda… ma non è cosa facile. Vedremo se a Stefano andrà di provarci.

[siba: best indi!]

Birrifugio

Veterani alle porte di Roma: Birrifugio (Ostia).

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